In Sardegna il vigneto più antico del Mediterraneo Occidentale

15 / 11 / 2016

L'equipe archeobotanica del Centro Conservazione Biodiversità (CCB) dell'Università di Cagliari ha scoperto la più antica coltivazione di vite e le origini della viticoltura in Sardegna. Sino ad oggi, i dati archeobotanici e storici attribuivano ai Fenici e successivamente ai Romani il merito di aver introdotto la vite domestica nel Mediterraneo occidentale, ma la scoperta di un vitigno coltivato dalle civiltà nuragica riscrive, non solo la storia della viticoltura in Sardegna, ma dell'intero Mediterraneo occidentale.

Grazie alla collaborazione con la Sopraintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano e al ritrovamento di 15000 semi di vite nel sito nuragico di Sa Osa (Cabras, Or), datati con il Carbonio 14 come risalenti a circa 3000 anni fa, periodo di massimo splendore della civiltà nuragica, è stato possibile scoprire che la viticoltura come la conosciamo noi oggi era già nota ai nostri antenati.

La scoperta è il frutto di oltre 10 anni di lavoro condotto sulla caratterizzazione dei vitigni autoctoni della Sardegna e sui semi archeologici provenienti dagli scavi diretti dagli archeologi della Sopraintendenza dell'Università di Cagliari. I risultati sono giunti anche grazie all'innovativa tecnica di analisi di immagine compiuterizzata messa a punto dai ricercatori del Ccb in collaborazione con la Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia.

L'analisi sfrutta particolari funzioni matematiche che analizzano le forme e le dimensioni dei vinaccioli (semi di vite), mettendo a confronto i dati morfometrici dei semi archeologici con le attuali cultivar e le popolazioni selvatiche della Sardegna, ciò ha permesso di scoprire che questi antichissimi semi erano appartenuti alle varietà coltivate. Non solo: i semi archeologici hanno mostrato una relazione parentale anche con la vite selvatica che cresce spontanea nell'isola.

L'antico vitigno scoperto in Sardegna sembra appartenere alla cultivar a bacca bianca, in particolare mostra delle relazioni con le varietà di vernacce e malvasia coltivate proprio nelle aree della Sardegna centro-occidentale. Attualmente il gruppo di ricerca sta proseguendo le indagini e sta approfondendo le ricerche anche su materiali ritrovati in altri siti archeologici e relativi ad altre specie coltivate sin dall'epoca nuragica.